All' Auditorium Casalinuovo Martedì 7 dicembre 2004, alle ore 21, il Liceo Scientifico L. Siciliani presenta Doctor Faust di Christopher Marlowe. Patrocinata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Catanzaro, la rappresentazione si inserisce nel progetto “Teatro nella Scuola”. Progetto che, partendo dalle origini del teatro e seguendone lo sviluppo fino al Cinquecento, ha coinvolto docenti di lingua inglese e alunni del triennio nella lettura e analisi del testo, nell’approfondimento dell’autore del Rinascimento e del Dramma in Inghilterra. Doctor Faustus (scritta nel 1588-89) è la tragedia di un uomo che, pur di raggiungere il sapere assoluto, non esita a vendere la sua anima al diavolo, Mefistofele, in cambio di 24 anni di potere illimitato di conoscenza. Faust è un personaggio titanico che esprime la fede nella potenza dell’intelletto umano e nella scienza, scontrandosi con la percezione che le possibilità umane sono precarie e limitate, insufficienti per appagare le aspirazioni dell’individuo. Deluso dai limiti imposti sia dalla fede sia dalla razionalità, rinnega Dio e la scienza per gettarsi nel mondo della magia e constatare infine la negatività di qualsiasi aspirazione umana. Doctor Faustus è un’opera ricca di poesia e di magia e tutto è affidato al fluire del “blank verse”, perfezionato da Marlowe fino ad un livello mai raggiunto dai suoi predecessori. Gli attori sono tutti alunni del liceo catanzarese, le musiche sono di Alfredo Paonessa, mentre la traduttrice del testo, nonché referente del progetto, è la prof.ssa Giuseppina Pane. La regia è di Aldo Conforto, che ha scelto, nella messa in scena, di dare risalto al contrasto fra scene drammatiche e buffonesche, tipico delle opere di Marlowe, recuperando altresì l’ambiente storico, senza manipolare o stravolgere il testo “Una recitazione - dice Conforto - di tipo classico, e quindi il rinvio all’archetipo greco e alla commedia dell’arte, scene di sfondo comico e clownesco sono i pilastri vincenti della tragedia. Si è voluto dare importanza ai costumi, che nel teatro elisabettiano erano molto elaborati per compensare lo scenario quasi vuoto. Le musiche eseguite dal vivo sottolineano in modo drammatico l’azione scenica”.